Studio Azzurro

Studio Azzurro

Studio Azzurro

Studio Azzurro nasce a Milano nel 1982 per iniziativa di Fabio Cirifino (1949–2025), Paolo Rosa (1949–2013) e Leonardo Sangiorgi. Dal 1995 al 2011 si unisce Stefano Roveda, esperto di sistemi interattivi. Il collettivo si distingue per una continua sperimentazione dei linguaggi visivi e per l’esplorazione poetica delle tecnologie, in un percorso che attraversa arte, cinema, teatro e nuovi media.

Sin dagli esordi, Studio Azzurro sviluppa una ricerca incentrata sull’interazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, dando vita ai primi videoambienti, opere in cui lo spettatore è coinvolto in un’esperienza percettiva immersiva e narrativa. A partire dagli anni ’90, il gruppo amplia il proprio raggio d’azione includendo tecnologie sensibili e dispositivi interattivi, dando origine agli ambienti sensibili, in cui la narrazione prende forma dalle scelte dei singoli e dalla presenza di più persone che interagiscono con i dispositivi non visibili, grazie a interfacce naturali che rispondono alle interazioni senza l’uso di protesi tecnologiche, ma attraverso l’utilizzo di modalità comunicative comuni: toccare (Tavoli 1995), calpestare (Coro 1995), emettere suoni (Totale della battaglia 1996), emettere un soffio (Il soffio sull’angelo 1997), tambureggiare insieme (Tamburi a Sud 2001), attraversare soglie (Dove va tutta sta gente? 2000).

Accanto a installazioni e performance, Studio Azzurro dà vita a un'intensa attività cinematografica e teatrale, portando in scena la relazione tra corpo e immagine grazie all’invenzione della doppia scena. Con progetti come La Camera Astratta (1987) o The Cenci (1997), la scenografia diventa spazio interattivo, fluido e partecipato.

Dagli anni 2000, lo sguardo del collettivo si volge verso il territorio, la memoria e le comunità, sviluppando musei e mostre esperienziali in cui il pubblico diventa parte attiva della narrazione. La sperimentazione sull’intermedialità, evoluzione della multimedialità, si indirizza verso la progettazione di mostre e percorsi museali che offrono una nuova modalità di fruizione per temi legati alla storia delle comunità territoriali. Il primo museo realizzato è stato il Baluardo, aperto nel 1999.  Il museo virtuale di Lucca esplora la memoria della città attraverso un viaggio in quattro tappe che corrispondono a quattro momenti dedicati alla memoria: evocare, narrare, informare e documentare.

Tra le altre realizzazioni si citano il Museo Audiovisivo della Resistenza a Fosdinovo (2000), il Museo Laboratorio della Mente a Roma (2008, Premio ICOM Italia) e il Museo Minerario del Monte Amiata (Premio Silvia Dell’Orso 2017).

I progetti più recenti vedono Studio Azzurro esprimersi in opere come Prima delle parole (2025), videoinstallazione realizzata per la Sala Labia del Castello Scaligero di Malcesine o percorsi espositivi, come Gianni Sassi, gioia e rivoluzione (ADI Museum di Milano, 2025) in cui, attraverso installazioni interattive, materiali d’archivio, video e ambienti narrativi, l’esposizione restituisce la complessità del pensiero di Sassi e il suo ruolo di catalizzatore creativo tra arte, musica, editoria e comunicazione.

Studio Azzurro è un laboratorio di idee e pratiche collettive, una “bottega rinascimentale” estesa nel mondo contemporaneo che negli anni ha accolto numerosi contributi artistici e teorici. Lo dimostra anche l’importante produzione editoriale, tra cui L’arte fuori di sé (Feltrinelli, 2011), manifesto per un’arte capace di abitare il mondo e il presente con consapevolezza critica.

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A Studio Azzurro, nella persona di Leonardo Sangiorgi, è riconosciuto il titolo accademico di Dottore di Ricerca in Museologia e Museografia,

per l’innovativo e intenso lavoro artistico del Collettivo Artistico Studio Azzurro nella ideazione e creazione di musei e del loro concept, per l’approccio trasversale alle arti e la genialità dimostrata nel creare una nuova tipologia di musei, i “musei di narrazione” divenuti un vero e proprio nuovo approccio di esposizione e comunicazione dei contenuti delle collezioni e del sapere.  

Per l’innovazione nelle arti multimediali nelle quali la poesia si fonde con il racconto e l’interazione con l’umano.

Per l’essere exemplum della capacità di procedere e lavorare in gruppo in modo assolutamente unitario e, parafrasando quanto affermato da Studio Azzurro stesso, “per essere un’unica anima che si declina in corpi differenti”, quelli delle persone “che negli anni, per brevi o lunghi periodi, hanno contribuito con i propri pensieri e le proprie sensibilità a costruire una atmosfera creativa unitaria, che ha favorito questo particolare tipo di sperimentazione, permettendo di mantenere una rotta ed una coerenza di significati in un’attività molto articolata”.


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